LUIGI CORTESI, UN MILITANTE, UN MAESTRO

Leggo, con molta emozione, della morte di Luigi Cortesi.

Nella sua produzione storiografica e nella sua militanza, emergono tre fasi:

•  la ricerca, senza miti, delle radici del movimento comunista in Italia, dei nodi emersi nella sua storia, dagli anni ’20 (Bordiga/Gramsci) al dopo 1956. Il lavoro all’Istituto Feltrinelli e la “Rivista storica del socialismo” sono, ancor oggi, pietre miliari.
•  L’attenzione al movimento per la pace e alla imminente catastrofe ambientale, temi che il movimento comunista dovrebbe assumere in toto (i 50 numeri della rivista “Giano”, lo splendido “Storia e catastrofe” in cui l’analisi storico- politico tocca profondi livelli filosofici)
•  La speranza e l’impegno in una autentica “rifondazione comunista”, capace di rimettere in discussione categorie, paradigmi, legando le parti migliori della nostra storia a alle emergenze epocale (pace/guerra, ecologia politica).

Avendo avuto la fortuna e il privilegio di avere Cortesi come amico e compagno, credo che la sua scomparsa debba spingerci ancora maggiormente a quel grande lavoro culturale che solo può ridare significato al movimento comunista.

Sergio Dalmasso

consigliere regionale PRC, Piemonte